L’AMORE
IDEALE NEOPLATONICO
I
filosofi neoplatonici, radunati nella villa di Careggi,sostenevano,
Marsilio Ficino in testa, che negli scrittori classici vi fossero
intuizioni morali e religiose non dissimili da quelle del
Cristianesimo, mascherate sotto il velo dei miti pagani che andavano
letti in senso letterale ed allegorico.
Solo
l’interpretazione allegorica, valida anche per il cristiano,
avrebbe permesso di scoprire la lezione universale celata nel mito.
LA
DONNA E LA NATURA
Nella
civiltà umanistico-rinascimentale, la presenza femminile diviene
dominante nell’arte e nella letteratura. Ella viene associata alla
natura,sfondo necessario di ogni immaginazione amorosa. Il giardino,
la primavera, la donna esprimono una concezione naturalistica
dell’amore, in linea con l’idealismo platonico.
La
bellezza della donna e il piacere che ne emana diventano esperienza
del <divino> immanente nella natura.
LETTERATURA
E
ARTE
-linguaggi
aconfronto
Sandro
Botticelli, pittore ufficiale dei de’Medici sotto Lorenzo il
Magnifico lasciò,
con
la
Primavera
e
con
la
Nascita
di
Venere,
la
trasposizione
pittorica
di
temi
conformi
ai dettami neoplatonici, in parallelo con quanto Angelo Poliziano
faceva in campo letterario.
Nei
due dipinti, infatti, la dea incarnerebbe il principio superiore
della bellezza e dello
amore
teorizzato dai Neoplatonici.
L’ARMONIA
RINASCIMENTALE
:
Sandro
Botticelli
e
Angelo
Poliziano
da
“ Stanze
per
la
giostra…”
43
Candida
è
ella
e
candida
la
vesta,
ma
pur
di
rose
e
fior’
dipinta
e
d’erba;
lo
inanellato
crin
da
l’aurea
testa
scende
in
la
fronte
umilmente
superba;
rideli
attorno
tutta
la
foresta,[…]
[…]
44
di celeste letizia il volto ha pieno,
dolce
dipinto
di
ligustri
e
rose;
ogni
aura
tace
al
suo
parlar
divino,[…]
[…]
47
Ell’era assisa sopra la verdura,
allegra,
e
ghirlandetta
aveva
contesta
di
quanti
fior
creasi
mai
natura,
de’
quai
tutta
dipinta
era
sua
vesta;
[…]
[…]
72
ivi non osa entrar ghiacciato verno;
non
vento
o
l’erbe
o
gli
arbuscelli
stanca:
ivi
non
volgon
gli
anni
il
lor
quaderno;
ma
lieta
Primavera
mai
non
manca,
ch’e’
suoi
crin
biondi
e
crespi
all’aura
spiega
e
mille
fiori
in
ghirlandetta
lega.
(confronta
i
seguenti
versi
di
Poliziano
con
il
quadro
della
Nascita
di
Venere
di
Botticelli)
da
“ Stanze
per
la
giostra…”
[…]
99
E dentro nata
in atti vaghi e
lieti
da
zefiri
lascivi
spinta
a
proda
gir
sopra
un
nicchio;
e
par
che
‘l
ciel
ne
goda.
Vera
la
schiuma
e
vero
il
mar
diresti,
e
vero
il
nicchio
e
ver
soffiar
di
venti:
la
dea
negli
occhi
folgorar
vedresti,
e
‘l
ciel
ridergli
a
tomo
e
gli
elementi:
[…]
Giurar
potresti
che
dell’onde
uscisse
la
dea
premendo
con
la
destra
il
crino,
con
l’altra
il
dolce
pomo
ricoprisse;
[…]
PALLADE
E IL CENTAURO
La
lettura di questo quadro è funzionale alla comprensione degli altri
due. Pallade, dea della sapienza, è armata e tiene per i capelli il
centauro che rappresenta la passione sensuale.
Ciò simboleggia la vittoria della razionalità sulla passione terrena, dell’intelletto sui sensi, secondo l’ottica neoplatonica.
Ciò simboleggia la vittoria della razionalità sulla passione terrena, dell’intelletto sui sensi, secondo l’ottica neoplatonica.
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