martedì 31 marzo 2015

QUESITI SULLA GRANDE CRISI DEL 1929 E SUL NEW DEAL. (per le classi quinte)

  1. Il New Deal può essere considerato l'opposto del liberismo tradizionale. Spiega questa affermazione (Non dimenticare di fare riferimento alle iniziative di Roosvelt nei vari settori economici e sociali)         (10 righe)
  1. Esponi sinteticamente le teorie keynesiane sul ruolo assegnato allo stato nella gestione delleconomia di una nazione. (8 righe)


giovedì 19 marzo 2015

IL RISORGIMENTO



 LA  RESTAURAZIONE

LEGITTIMITA‘ :  Ritorno al potere  delle monarchie prerivoluzionarie

EQUILIBRIO : Contenimento dell‘espansionismo francese
                    Suddivisione del  continente in sfere d‘influenza

LA BORGHESIA TRA RESTAURAZIONE E RIVOLUZIONE
Il tentativo della Restaurazione, alla lunga, era destinato al fallimento per tre fattori principali inerenti lo sviluppo della borghesia:

 Sviluppo economico e sociale dei ceti borghesi, avviato durante l’età napoleonica.

 Richiesta di una Costituzione e delle libertà civili   in linea con  il liberalismo (1)e attraverso una società   segreta come la carboneria(2)

 Affermazione del sentimento nazionale(3)

I MOTI LIBERALI DEL 1820-21  IN ITALIA E IN EUROPA
pronunciamiento di Cadice dei militari spagnoli contro la politica reazionaria di Ferdinando VII per ottenere la Costituzione.
I MOTI IN ITALIA : NAPOLI E TORINO
L’esempio della Spagna viene imitato prima di tutto dagli ex ufficiali murattiani nel regno  delle  Due Sicilie ed anche nel regno di Sardegna ci fu un tentativo insurrezionale liberale.
Nel Lombardo-Veneto i gruppi carbonari  furono scoperti dagli austriaci prima ancora di passare all’azione. Molti patrioti (come Silvio Pellico) furono arrestati e condannati a pene durissime.

L'INSURREZIONE DECABRISTA IN RUSSIA (dicembre 1825)
L’opposizione all’assolutismo zarista era portato avanti da ufficiali dell’esercito organizzati in società segrete.
Il loro tentativo insurrezionale venne spietatamente represso dallo zar Nicola I. 

L'INDIPENDENZA DELLA GRECIA
La Grecia, all’epoca, faceva parte dell’impero ottomano ,ormai in decadenza. La lotta dei greci, grazie all’appoggio della Russia, e in genere delle potenze europee (Inghilterra e Francia) e al filoellenismo(4), portò all’indipendenza nel 1829. Molti furono i patrioti e gli intellettuali europei ( Santorre di  Santarosa, lord Byron) che, dopo il fallimento dei moti del  1820/21, andarono a combattere per la libertà dei Greci.

LE RAGIONI DEL FALLIMENTO DEI MOTI DEL 1820-21
-Il Congresso di Vienna aveva previsto come contromisure, in caso di insurrezioni l‘esercito della Santa Alleanza.
-Si trattava di ammutinamenti militari o rivolte settarie scordinate e isolate dal contesto sociale.
-Scarsa partecipazione popolare sia per il carattere  elitario dei moti, sia per la mancata 
coscienza rivoluzionaria  delle masse.

LA SVOLTA LIBERALE DEL 1830 : LA RIVOLUZIONE DI LUGLIO IN FRANCIA 
1)Le elezioni per il rinnovo del parlamento francese portano a nuovi successi dei liberali.  
2)Carlo X emette allora le quattro ordinanze (liberticide) di luglio, che sciolgono la camera appena eletta, istituiscono un rigido controllo governativo sulla stampa  modificando il regolamento elettorale.
3)In risposta alle  manovre autoritarie della corte, il popolo parigino prende le armi e assalta l'Hotel de Ville impadronendosi della municipalità.
4)Luigi Filippo d'Orleans, con l'appoggio della  borghesia liberale, viene dichiarato  re dei Francesi.
5)Le speranze degli ambienti popolari e repubblicani restano deluse.  

SULL‘ONDA DEGLI AVVENIMENTI DI PARIGI SCOPPIANO MOTI RIVOLUZIONARI  IN ALTRE 
PARTI D‘EUROPA (ITALIA, POLONIA)  ma con esito fallimentare.
-Moti liberali scoppiano nei ducati di Modena e Parma e nello Stato Pontificio. L' intervento delle truppe austriache consente ancora una volta una facile repressione.
-Il duca di Modena Francesco IV fa giustiziare i capi della ribellione, Ciro Menotti e Vincenzo Borelli.
-I patrioti polacchi insorgono contro la dominazione straniera (russa), sperando nell’aiuto delle potenze liberali (Francia, Inghilterra) che, però , non intervengono.

IL PERCHE' DEL FALLIMENTO : LA LUCIDA CRITICA DI GIUSEPPE 
La Carboneria non poteva in alcun modo condurre il popolo italiano al suo riscatto a causa di alcuni gravi difetti:
 mancanza di azione unitaria e di visione nazionale del problema politico italiano
 eccessiva fiducia nei sovrani locali e stranieri e incertezza
nel programma 
 mancata diffusione del programma presso i più diversi strati sociali,  conseguente assenza del popolo dai moti rivoluzionari.

Dire e fare qualcosa di nuovo, rivolgersi a tutti gli italiani con programmi  chiaramente espressi e pubblici. Nasce così la Giovine Italia(5).

CORRENTI POLITICHE DEL RISORGIMENTO(6)
Il pensiero politico risorgimentale fu caratterizzato da due grandi schieramenti:
CORRENTE DEMOCRATICA intendeva il Risorgimento come una rivoluzione che cacciasse lo straniero realizzando una repubblica a suffragio universale. 
(IDEOLOGIA REPUBBLICANA(7)- FEDERALISMO(8) -  MAZZINIANI)
CORRENTE LIBERALE-MODERATA   obiettivo una monarchia costituzionale, non necessariamente unitaria, puntava non sull’insurrezione popolare, bensì sulle riforme, era a favore del LIBERISMO ECONOMICO(9).
(CATTOLICESIMO LIBERALE (10)  NEOGUELFISMO(11)  MONARCHICO-COSTITUZIONALI(12) )

I LIMITI DELLA GIOVINE ITALIA
Il pensiero mazziniano si diffuse ampiamente soprattutto nell’Italia settentrionale dando luogo a tentativi insurrezionali duramente repressi. In definitiva i moti mazziniani mostrarono i limiti della Giovine Italia nel collegarsi con le masse contadine e nell’interpretarne i reali bisogni.Esempio: l’episodio dei fratelli BANDIERA.
I fratelli veneziani Attilio ed Emilio Bandiera patrioti, ufficiali nella Marina austriaca, disertarono per la causa dell'unità e libertà d'Italia e fondarono la società segreta Esperia, affiliata nel 1842 alla Giovine Italia di Mazzini. Nel 1844, organizzarono una spedizione in Calabria per spingere le popolazioni a sollevarsi contro il governo borbonico,ma furono consegnati dalla stessa popolazione ai Borboni e fucilati.

UN'EUROPA RIVOLUZIONARIA (1848-49)  un intreccio di motivi
ECONOMICI: crisi agraria che porta ad un forte rialzo dei prezzi dei generi alimentari
CULTURALI: Il 1848 è un grande evento romantico(13); peso dell‘opinione pubblica.


RIFIUTO DELL'ORDINE SANCITO DAL CONGRESSO DI VIENNA
TERRENO COMUNE DELLE RIVOLUZIONI  DEL ’48:
1) Rivendicazioni politiche tipiche del movimento liberali:  liberta’ di stampa,di riunione, di associazione; guardia civica; stato costituzionale, rappresentativo e parlamentare. 
2) Sovranità popolare e indipendenza   nazionale.
3) Prevalenza dei contenuti sociali e politici, ovvero di quelli nazionali(14)   

GEOGRAFIA DELLA RIVOLUZIONE
FRANCIA-LA DOPPIA RIVOLUZIONE L’opposizione a Luigi Filippo scatena tre giorni di insurrezione (22-23-24 febbraio) che porta alla fuga del re e alla proclamazione della repubblica che ebbe, all’inizio un indirizzo democratico – sociale. Tuttavia dopo vicissitudini e reazioni popolari,la repubblica avrà un’impronta conservatrice. Napoleone Bonaparte diventa presidente.
AUSTRIA-LA FRANTUMAZIONE DELL’IMPERO
La dinamica politica del ‘48-‘49 si polarizza attorno al nodo dei conflitti nazionali(si tratta di un impero multietnico) con richieste che vanno dall’autonomia all’indipendenza.
GERMANIA-LA RIVOLUZIONE MANCATA
i moti rivoluzionari guidati da intellettuali, studenti e borghesi dopo effimeri successi, falliscono di fronte al rifiuto del re di Prussia (cui il parlamento di Francoforte aveva offerto la corona tedesca) e per la debolezza degli ideali liberali tra la borghesia tedesca.

IL 1848-49 IN ITALIA : LA LOTTA PER L'INDIPENDENZA

1848
L'elezione di Pio IX fa sorgere grandi aspettative fra i liberali italiani e la sua politica riformatrice; suscita dovunque l'entusiasmo dei patrioti: l'effige del nuovo pontefice viene presto associata ai colori nazionali come simbolo di libertà e di unità.
gennaio: rivolta di Palermo. Ferdinando II concede la Costituzione
febbraio: Leopoldo II promulga la Costituzione in Toscana.
marzo:  a Torino Carlo Alberto concede la Costituzione (Statuto albertino) ; 
a Roma, anche Pio IX concede la Costituzione;
le cinque giornate di Milano (18-22 marzo);
Venezia insorge contro gli  austriaci e proclama la Repubblica;
Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria (I GUERRA D’INDIPENDENZA)
marzo-aprile: guerra<federale> i vari sovrani italiani appoggiano  Carlo Alberto, inviando truppe contro gli austriaci.

FALLIMENTO DI QUESTA PRIMA FASE --- CAUSE
Prevalgono i motivi espansionistici dei Savoia che si annettono la Lombardia al loro regno:
ritiro delle truppe degli altri sovrani italiani  che si erano alleati al Piemonte.  
Luglio 1848: 
gli austriaci sconfiggono i piemontesi  a Custoza

 1849
II FASE DEMOCRATICA:  
ottobre '48: governo democratico in Toscana.
novembre '48: Pio IX fugge a Gaeta; si costituisce la Repubblica romana che ha  come bandiera il tricolore.
Caduta di tutti i governi democratici.
marzo '49:Carlo Alberto riprende la guerra contro l’Austria; battaglia di NOVARA: sconfitta e abdicazione di  Carlo Alberto a favore di Vittorio  Emanuele II.

Dopo la conclusione drammatica delle rivoluzioni del 1848, negli Stati italiani i sovrani, annullando tutte le concessioni liberali, perseguono una politica repressiva e autoritaria. Solo in Piemonte, Vittorio Emanuele II conserva lo Statuto albertino, facendo del regno sabaudo un punto di riferimento e un rifugio per molti patrioti ed esuli liberali italiani.
Mazzini, intanto, proseguiva la sua attività insurrezionale con iniziative, però, destinate al fallimento. Molto significativo, il tentativo fatto da Carlo Pisacane(15) che, nel 1857, con poche centinaia di patrioti, tentò di organizzare una spedizione nel Sud, per sollevare le masse contadine (spedizione di  Sapri(16) ).
In Piemonte, Cavour e Vittorio Emanuele II miravano a rafforzare il ruolo del regno sabaudo in politica estera per farne lo Stato di riferimento nel panorama italiano.

Accordi di Plombières con  la Francia di  Napoleone III (alleanza militare in vista di una guerra contro l’Austria.

LA II GUERRA D'INDIPENDENZA
Aprile 1859: scoppia la guerra contro l’impero asburgico, come volevano i piemontesi che, con l’aiuto di Napoleone III, riportano successi  a Magenta, Solferino e San Martino.
L'armistizio di Villafranca pone bruscamente fine alla seconda guerra d'indipendenza che frutta al Piemonte la Lombardia. A Parma, Modena, in Toscana ed in Romagna, i governi provvisori reclamano l'annessione al Piemonte che nel marzo 1860 viene sancita dai plebisciti: si compie così un decisivo passo verso la creazione dello Stato nazionale italiano.

L'IMPRESA DEI MILLE:  ovvero la conquista del  regno delle Due Sicilie
CRISI DEL REGNO BORBONICO:
1) Iniziative insurrezionali  del  partito d‘azione in cui milita Garibaldi
2) Si organizza una  spedizione che parte  da Quarto il 6 maggio 1860 diretta a Marsala
3) Garibaldi assume la dittatura in nome di Vittorio Emanuele  ed entra a Palermo(6 giugno)
4) battaglia di Milazzo (20 luglio)
5) l'intera isola, fatta eccezione per la cittadella di Messina, viene conquistata
6) Francesco II si ritira nella fortezza di Gaeta
7) (7 settembre) Garibaldi entra trionfalmente a Napoli, accolto come un liberatore
8) Cavour, preoccupato della ripresa del Partito democratico, fa approvare alla Camera una legge sull‘annessione incondizionata del Mezzogiorno
9) Garibaldi consegna idealmente il Sud  a Vittorio Emanuele nei pressi di Teano il  26 ottobre 1860.
10) 17 marzo 1861:Vittorio Emanuele II proclama il regno d‘Italia e dopo dieci giorni Roma viene designata capitale del regno.

  NOTE:  
1 - LIBERALISMO Ideologia delle borghesie nazionali progressiste in lotta contro l'assolutismo monarchico e la dominazione straniera, per la libertà economica, la costituzione liberale e l'indipendenza nazionale.
2 - LA CARBONERIA :Associazione segreta, avente per programma la libertà e l'indipendenza dei popoli. Sorta agli inizi del XIX secolo nella zona alpina della Francia con finalità inizialmente antibonapartiste, la carboneria mutuò riti e simboli dalla massoneria e dal misticismo cristiano. Organizzati gerarchicamente in baracche, vendite, vendite madri e alte vendite, gli iniziati (buoni cugini) conoscevano solo i superiori immediati. Si sviluppò in seno alle milizie napoleoniche in Germania, Francia e Spagna e mise radici soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Il fallimento dei moti del 1820-21 decretarono il declino dell'organizzazione.
3 - sentimento nazionale: l’idea di nazione che si afferma nell’Ottocento è il concetto romantico di nazione, intesa come unità di memorie, di lingua e tradizioni, in contrasto con la concezione dello Stato come patrimonio di una legittima dinastia riaffermato a Vienna.
4 FILOELLENISMO Movimento che nellEuropa romantica dellinizio del 19° sec. cercò di
 favorire i Greci in lotta per ottenere lindipendenza dal dominio ottomano.
5 - LA GIOVINE ITALIA Associazione politica clandestina fondata a Marsiglia nel luglio 1831.Essa era segreta per quanto riguardava i nomi degli affiliati, palese per quanto riguardava il programma. Fine dell'associazione era quello di fare dell'Italia una repubblica democratica unitaria.
6 - RISORGIMENTO Col termine RISORGIMENTO si designa il processo di rinnovamento culturale, politico e sociale che consentì la formazione dello Stato nazionale italiano.
7 - IDEOLOGIA REPUBBLICANA I repubblicani facevano riferimento a Mazzini; gli obiettivi erano l’indipendenza e l’unità d’Italia con una rivoluzione nazionale.
8 - FEDERALISMO:ideologia democratica e repubblicana a favore dell’autonomia locale e della democrazia decentrata. Teoric del federalismo furono Carlo Cattaneo, intellettuale , fautore dei valori della scienza e della tecnica, fondò la rivista “Il Politecnico” e Giuseppe Ferrari.

9 - LIBERISMO ECONOMICO: teoria economica che sostiene la libertà di scambio delle merci, la libera concorrenza; fa derivare il benessere individuale, sociale e nazionale dallo sviluppo dell’economia. Lo Stato deve solo creare le infrastrutture.

10 - CATTOLICESIMO LIBERALE Corrente di pensiero religioso e politico che, riconoscendo il valore della libertà, della nazionalità e del regime liberal-costituzionale, nel XIX secolo si schierò per la separazione della chiesa dallo stato. Il teorico fu Vincenzo Gioberti che sostenne, fino alla crisi del 1848-1849, un'opzione politica a sfondo neoguelfo.

11- NEOGUELFISMO movimento ideologico e politico affermatosi in Italia in ambito cattolico nella prima metà del XIX sec. Il suo programma era quello dell'unità nazionale sulla base di una confederazione di Stati, governati ciascuno dal proprio principe, sotto la presidenza del pontefice. Fu teorizzato da Vincenzo Gioberti nell'opera Del Primato civile e morale degli Italiani (1843), opera di importanza fondamentale nella formazione della mentalità della classe dirigente moderata dei nostro Risorgimento.

12- MONARCHICO-COSTITUZIONALI : corrente politica molto moderata che sosteneva la necessità di realizzare il processo di unificazione sotto casa Savoia e proponevano una monarchia costituzionale

13 - evento romantico:negli anni ‘40 la cultura romantica ha in gran parte superato la sua fase tradizionalista (era nata in polemica con l’illuminismo ed il giacobinismo) per convertirsi in cultura rivoluzionaria, che insegue i grandi miti della liberta’ e dell’affermazione nazionale. Protagonisti sulle barricate del 1848-49 saranno intellettuali (Marx, Engels, Hugo, Flaubert, Lamartine, Wagner, Petöfi) e studenti.

14 CONTENUTI SOCIALI E NAZIONALI : aspetto peculiare delle rivoluzioni del ’48 è la partecipazione massiccia dei ceti popolari urbani con specifici ed autonomi obiettivi di lotta, ispirati alle ideologie socialiste che allora cominciavano ad essere teorizzate ( vedi Il Manifesto dei comunisti di Marx ed Engels)

15 - Carlo Pisacane patriota e scrittore, di ideologia mazziniana, ma su posizioni più radicali e a tendenza socialista. In vista di unazione rivoluzionaria nel Mezzogiorno si riaccostò a Mazzini. Nel giugno 1857, organizzò uno sbarco nellItalia meridionale, a Sapri, da dove sarebbe dovuta iniziare linsurrezione coinvolgendo le masse contadine. Invece, la popolazione lavversò e i borboni li sconfissero facilmente. Pisacane, ferito e sconfitto, preferì suicidarsi
Loriginalità di Pisacane, sta nellaver intuito la necessità di legare saldamente la questione nazionale alla questione sociale, superando i limiti del mazzinianesimo. Il suo pensiero è ben espresso nel suo Testamento politico , documento anche di alto valore morale.
"Ho la convinzione, che le strade ferrate, i telegrafi elettrici, le macchine, i miglioramenti dellindustria, tuttociò infine che tende a sviluppare e facilitare il commercio, è destinato, secondo una legge fatale, a render povere le masse, finché non si operi la ripartizione dei profitti, per mezzo della concorrenza. Tutti siffatti mezzi aumentano i prodotti; ma essi li accumulano in poche mani, per cui tutto il vantato progresso non si riduce che alla decadenza. Se si considerano questi pretesi miglioramenti come un progresso, sarà ciò in questo senso che, collaumentare la miseria del popolo, essi lo spingeranno infallibilmente ad una terribile rivoluzione che, mutando lordine sociale, metterà a disposizione di tutti, ciò che ora serve allutile solo dalcuni. Ho la convinzione, che i rimedî temperati, come il regime costituzionale del Piemonte e le progressive riforme accordate alla Lombardia, lungi dallaccelerare il risorgimento dItalia, non possono fare che ritardarlo. Quanto a me non mimporrei il più piccolo sagrifizio per cambiare un Ministero o per ottenere una Costituzione, neppure per cacciare gli Austriaci dalla Lombardia e riunire al regno della Sardegna questa provincia: io credo che la dominazione della Casa dAustria e quella di Casa Savoja sieno la stessa cosa.
"Questa decisa opinione si venne formando in me per la profonda convinzione che io ho, essere una chimera la propagazione dellidea, e unassurdità listruzione del popolo. Le idee vengono dietro ai fatti e non viceversa; e il popolo non sarà libero perché sarà istrutto, ma diverrà istrutto tostoché sarà libero. Lunica cosa che possa fare un cittadino, per essere utile alla sua patria, è laspettare, che sopraggiunga il tempo, in cui egli potrà cooperare a una rivoluzione materiale.
"Le cospirazioni, i complotti, i tentativi dinsurrezione, sono a mio avviso, la serie dei fatti attraverso ai quali lItalia va alla sua meta (lUnità). Lintervento delle baionette a Milano ha prodotto una propaganda ben più efficace, che non mille volumi di scritti di dottrinarî, che sono la vera peste della nostra patria e di tutto il mondo.

16 - LA SPIGOLATRICE DI SAPRI (Luigi Mercantini)
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Me
ne andavo un mattino a spigolare
quando
ho visto una barca in mezzo al mare:
era
una barca che andava a vapore,
e
alzava una bandiera tricolore.
All'isola
di Ponza si è fermata,
è
stata un poco e poi si è ritornata;
s'è
ritornata ed è venuta a terra;
sceser
con l'armi, e noi non fecer guerra.
Eran
trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Sceser
con l'armi, e a noi non fecer guerra,
ma
s'inchinaron per baciar la terra.
Ad
uno ad uno li guardai nel viso:
tutti
avevano una lacrima e un sorriso.
Li
disser ladri usciti dalle tane:
ma
non portaron via nemmeno un pane;
e
li sentii mandare un solo grido:
Siam
venuti a morir pel nostro lido.
Eran
trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Con
gli occhi azzurri e coi capelli d'oro
un
giovin camminava innanzi a loro.
Mi
feci ardita, e, presol per la mano,
gli
chiesi: - dove vai, bel capitano? -
Guardommi
e mi rispose: - O mia sorella,
vado
a morir per la mia patria bella. -
Io
mi sentii tremare tutto il core,
potei dirgli: - V'aiuti 'l Signore! -
Eran
trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Quel
giorno mi scordai di spigolare,
e
dietro a loro mi misi ad andare:
due
volte si scontraron con li gendarmi,
e
l'una e l'altra li spogliar dell'armi.
Ma
quando fur della Certosa ai muri,
s'udiron
a suonar trombe e tamburi,
e
tra 'l fumo e gli spari e le scintille
piombaron
loro addosso più di mille.
Eran
trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Eran
trecento non voller fuggire,
parean
tremila e vollero morire;
ma
vollero morir col ferro in mano,
e
avanti a lor correa sangue il piano;
fin
che pugnar vid'io per lor pregai,
ma
un tratto venni men, più guardai;
io
non vedeva più fra mezzo a loro
quegli
occhi azzurri e quei capelli d'oro.
Eran
trecento, eran giovani e forti, e sono morti!