LA RESTAURAZIONE
LEGITTIMITA‘ : Ritorno al potere delle monarchie prerivoluzionarie
EQUILIBRIO : Contenimento dell‘espansionismo francese
Suddivisione del continente in sfere d‘influenza
LA
BORGHESIA
TRA
RESTAURAZIONE
E
RIVOLUZIONE
Il tentativo della Restaurazione, alla lunga, era destinato al fallimento per tre fattori principali inerenti lo sviluppo della borghesia:
Sviluppo economico e sociale dei ceti borghesi, avviato durante l’età napoleonica.
Richiesta di una Costituzione e delle libertà civili in linea con il liberalismo (1)e attraverso una società segreta come la carboneria(2)
Affermazione del sentimento nazionale(3)
I MOTI LIBERALI DEL 1820-21 IN ITALIA E IN EUROPA
pronunciamiento di Cadice dei militari spagnoli contro la politica reazionaria di Ferdinando VII per ottenere la Costituzione.
I MOTI IN ITALIA : NAPOLI E TORINO
L’esempio della Spagna viene imitato prima di tutto dagli ex ufficiali murattiani nel regno delle Due Sicilie ed anche nel regno di Sardegna ci fu un tentativo insurrezionale liberale.
Nel Lombardo-Veneto i gruppi carbonari furono scoperti dagli austriaci prima ancora di passare all’azione. Molti patrioti (come Silvio Pellico) furono arrestati e condannati a pene durissime.
L'INSURREZIONE DECABRISTA IN RUSSIA (dicembre 1825)
L’opposizione all’assolutismo zarista era portato avanti da ufficiali dell’esercito organizzati in società segrete.
Il loro tentativo insurrezionale venne spietatamente represso dallo zar Nicola I.
L'INDIPENDENZA DELLA GRECIA
La Grecia, all’epoca, faceva parte dell’impero ottomano ,ormai in decadenza. La lotta dei greci, grazie all’appoggio della Russia, e in genere delle potenze europee (Inghilterra e Francia) e al filoellenismo(4), portò all’indipendenza nel 1829. Molti furono i patrioti e gli intellettuali europei ( Santorre di Santarosa, lord Byron) che, dopo il fallimento dei moti del 1820/21, andarono a combattere per la libertà dei Greci.
LE RAGIONI DEL FALLIMENTO DEI MOTI DEL 1820-21
-Il Congresso di Vienna aveva previsto come contromisure, in caso di insurrezioni l‘esercito della Santa Alleanza.
-Si trattava di ammutinamenti militari o rivolte settarie scordinate e isolate dal contesto sociale.
-Scarsa partecipazione popolare sia per il carattere elitario dei moti, sia per la mancata
coscienza rivoluzionaria delle masse.
LA SVOLTA LIBERALE DEL 1830 : LA RIVOLUZIONE DI LUGLIO IN FRANCIA
1)Le elezioni per il rinnovo del parlamento francese portano a nuovi successi dei liberali.
2)Carlo X emette allora le quattro ordinanze (liberticide) di luglio, che sciolgono la camera appena eletta, istituiscono un rigido controllo governativo sulla stampa modificando il regolamento elettorale.
3)In risposta alle manovre autoritarie della corte, il popolo parigino prende le armi e assalta l'Hotel de Ville impadronendosi della municipalità.
4)Luigi Filippo d'Orleans, con l'appoggio della borghesia liberale, viene dichiarato re dei Francesi.
5)Le speranze degli ambienti popolari e repubblicani restano deluse.
SULL‘ONDA DEGLI AVVENIMENTI DI PARIGI SCOPPIANO MOTI RIVOLUZIONARI IN ALTRE
PARTI D‘EUROPA (ITALIA, POLONIA) ma con esito fallimentare.
-Moti liberali scoppiano nei ducati di Modena e Parma e nello Stato Pontificio. L' intervento delle truppe austriache consente ancora una volta una facile repressione.
-Il duca di Modena Francesco IV fa giustiziare i capi della ribellione, Ciro Menotti e Vincenzo Borelli.
-I patrioti polacchi insorgono contro la dominazione straniera (russa), sperando nell’aiuto delle potenze liberali (Francia, Inghilterra) che, però , non intervengono.
IL PERCHE' DEL FALLIMENTO : LA LUCIDA CRITICA DI GIUSEPPE
La Carboneria non poteva in alcun modo condurre il popolo italiano al suo riscatto a causa di alcuni gravi difetti:
mancanza di azione unitaria e di visione nazionale del problema politico italiano
eccessiva fiducia nei sovrani locali e stranieri e incertezza
nel programma
mancata diffusione del programma presso i più diversi strati sociali, conseguente assenza del popolo dai moti rivoluzionari.
Dire e fare qualcosa di nuovo, rivolgersi a tutti gli italiani con programmi chiaramente espressi e pubblici. Nasce così la Giovine Italia(5).
CORRENTI POLITICHE DEL RISORGIMENTO(6)
Il pensiero politico risorgimentale fu caratterizzato da due grandi schieramenti:
CORRENTE DEMOCRATICA intendeva il Risorgimento come una rivoluzione che cacciasse lo straniero realizzando una repubblica a suffragio universale.
(IDEOLOGIA REPUBBLICANA(7)- FEDERALISMO(8) - MAZZINIANI)
CORRENTE LIBERALE-MODERATA obiettivo una monarchia costituzionale, non necessariamente unitaria, puntava non sull’insurrezione popolare, bensì sulle riforme, era a favore del LIBERISMO ECONOMICO(9).
(CATTOLICESIMO LIBERALE (10) NEOGUELFISMO(11) MONARCHICO-COSTITUZIONALI(12) )
I LIMITI DELLA GIOVINE ITALIA
Il pensiero mazziniano si diffuse ampiamente soprattutto nell’Italia settentrionale dando luogo a tentativi insurrezionali duramente repressi. In definitiva i moti mazziniani mostrarono i limiti della Giovine Italia nel collegarsi con le masse contadine e nell’interpretarne i reali bisogni.Esempio: l’episodio dei fratelli BANDIERA.
I fratelli veneziani Attilio ed Emilio Bandiera patrioti, ufficiali nella Marina austriaca, disertarono per la causa dell'unità e libertà d'Italia e fondarono la società segreta Esperia, affiliata nel 1842 alla Giovine Italia di Mazzini. Nel 1844, organizzarono una spedizione in Calabria per spingere le popolazioni a sollevarsi contro il governo borbonico,ma furono consegnati dalla stessa popolazione ai Borboni e fucilati.
UN'EUROPA RIVOLUZIONARIA (1848-49) un intreccio di motivi
ECONOMICI: crisi agraria che porta ad un forte rialzo dei prezzi dei generi alimentari
CULTURALI: Il 1848 è un grande evento romantico(13); peso dell‘opinione pubblica.
RIFIUTO DELL'ORDINE SANCITO DAL CONGRESSO DI VIENNA
TERRENO COMUNE DELLE RIVOLUZIONI DEL ’48:
1) Rivendicazioni politiche tipiche del movimento liberali: liberta’ di stampa,di riunione, di associazione; guardia civica; stato costituzionale, rappresentativo e parlamentare.
2) Sovranità popolare e indipendenza nazionale.
3) Prevalenza dei contenuti sociali e politici, ovvero di quelli nazionali(14)
GEOGRAFIA DELLA RIVOLUZIONE
FRANCIA-LA DOPPIA RIVOLUZIONE L’opposizione a Luigi Filippo scatena tre giorni di insurrezione (22-23-24 febbraio) che porta alla fuga del re e alla proclamazione della repubblica che ebbe, all’inizio un indirizzo democratico – sociale. Tuttavia dopo vicissitudini e reazioni popolari,la repubblica avrà un’impronta conservatrice. Napoleone Bonaparte diventa presidente.
AUSTRIA-LA FRANTUMAZIONE DELL’IMPERO
La dinamica politica del ‘48-‘49 si polarizza attorno al nodo dei conflitti nazionali(si tratta di un impero multietnico) con richieste che vanno dall’autonomia all’indipendenza.
GERMANIA-LA
RIVOLUZIONE
MANCATA
i
moti
rivoluzionari
guidati
da
intellettuali,
studenti
e
borghesi
dopo
effimeri
successi,
falliscono
di
fronte
al
rifiuto
del
re
di
Prussia
(cui
il
parlamento
di
Francoforte
aveva
offerto
la
corona
tedesca)
e
per
la
debolezza
degli
ideali
liberali
tra
la
borghesia
tedesca.
IL 1848-49 IN ITALIA : LA LOTTA PER L'INDIPENDENZA
1848
L'elezione di Pio IX fa sorgere grandi aspettative fra i liberali italiani e la sua politica riformatrice; suscita dovunque l'entusiasmo dei patrioti: l'effige del nuovo pontefice viene presto associata ai colori nazionali come simbolo di libertà e di unità.
gennaio: rivolta di Palermo. Ferdinando II concede la Costituzione
febbraio: Leopoldo II promulga la Costituzione in Toscana.
marzo: a Torino Carlo Alberto concede la Costituzione (Statuto albertino) ;
a Roma, anche Pio IX concede la Costituzione;
le cinque giornate di Milano (18-22 marzo);
Venezia insorge contro gli austriaci e proclama la Repubblica;
Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria (I GUERRA D’INDIPENDENZA)
marzo-aprile: guerra<federale> i vari sovrani italiani appoggiano Carlo Alberto, inviando truppe contro gli austriaci.
FALLIMENTO DI QUESTA PRIMA FASE --- CAUSE
Prevalgono i motivi espansionistici dei Savoia che si annettono la Lombardia al loro regno:
ritiro delle truppe degli altri sovrani italiani che si erano alleati al Piemonte.
Luglio 1848:
gli austriaci sconfiggono i piemontesi a Custoza
1849
II FASE DEMOCRATICA:
ottobre '48: governo democratico in Toscana.
novembre '48: Pio IX fugge a Gaeta; si costituisce la Repubblica romana che ha come bandiera il tricolore.
Caduta di tutti i governi democratici.
marzo '49:Carlo Alberto riprende la guerra contro l’Austria; battaglia di NOVARA: sconfitta e abdicazione di Carlo Alberto a favore di Vittorio Emanuele II.
Dopo la conclusione drammatica delle rivoluzioni del 1848, negli Stati italiani i sovrani, annullando tutte le concessioni liberali, perseguono una politica repressiva e autoritaria. Solo in Piemonte, Vittorio Emanuele II conserva lo Statuto albertino, facendo del regno sabaudo un punto di riferimento e un rifugio per molti patrioti ed esuli liberali italiani.
Mazzini, intanto, proseguiva la sua attività insurrezionale con iniziative, però, destinate al fallimento. Molto significativo, il tentativo fatto da Carlo Pisacane(15) che, nel 1857, con poche centinaia di patrioti, tentò di organizzare una spedizione nel Sud, per sollevare le masse contadine (spedizione di Sapri(16) ).
In Piemonte, Cavour e Vittorio Emanuele II miravano a rafforzare il ruolo del regno sabaudo in politica estera per farne lo Stato di riferimento nel panorama italiano.
Accordi di Plombières con la Francia di Napoleone III (alleanza militare in vista di una guerra contro l’Austria.
LA II GUERRA D'INDIPENDENZA
Aprile 1859: scoppia la guerra contro l’impero asburgico, come volevano i piemontesi che, con l’aiuto di Napoleone III, riportano successi a Magenta, Solferino e San Martino.
L'armistizio di Villafranca pone bruscamente fine alla seconda guerra d'indipendenza che frutta al Piemonte la Lombardia. A Parma, Modena, in Toscana ed in Romagna, i governi provvisori reclamano l'annessione al Piemonte che nel marzo 1860 viene sancita dai plebisciti: si compie così un decisivo passo verso la creazione dello Stato nazionale italiano.
L'IMPRESA DEI MILLE: ovvero la conquista del regno delle Due Sicilie
CRISI DEL REGNO BORBONICO:
1) Iniziative insurrezionali del partito d‘azione in cui milita Garibaldi
2) Si organizza una spedizione che parte da Quarto il 6 maggio 1860 diretta a Marsala
3) Garibaldi assume la dittatura in nome di Vittorio Emanuele ed entra a Palermo(6 giugno)
4) battaglia di Milazzo (20 luglio)
5) l'intera isola, fatta eccezione per la cittadella di Messina, viene conquistata
6) Francesco II si ritira nella fortezza di Gaeta
7) (7 settembre) Garibaldi entra trionfalmente a Napoli, accolto come un liberatore
8) Cavour, preoccupato della ripresa del Partito democratico, fa approvare alla Camera una legge sull‘annessione incondizionata del Mezzogiorno
9) Garibaldi consegna idealmente il Sud a Vittorio Emanuele nei pressi di Teano il 26 ottobre 1860.
10) 17 marzo 1861:Vittorio Emanuele II proclama il regno d‘Italia e dopo dieci giorni Roma viene designata capitale del regno.
NOTE:
1 - LIBERALISMO Ideologia
delle
borghesie
nazionali
progressiste
in
lotta
contro
l'assolutismo
monarchico
e
la
dominazione
straniera,
per
la
libertà
economica,
la
costituzione
liberale
e
l'indipendenza
nazionale.
2 - LA CARBONERIA :Associazione segreta, avente per programma la libertà e l'indipendenza dei popoli. Sorta agli inizi del XIX secolo nella zona alpina della Francia con finalità inizialmente antibonapartiste, la carboneria mutuò riti e simboli dalla massoneria e dal misticismo cristiano. Organizzati gerarchicamente in baracche, vendite, vendite madri e alte vendite, gli iniziati (buoni cugini) conoscevano solo i superiori immediati. Si sviluppò in seno alle milizie napoleoniche in Germania, Francia e Spagna e mise radici soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Il fallimento dei moti del 1820-21 decretarono il declino dell'organizzazione.
3 - sentimento nazionale: l’idea di nazione che si afferma nell’Ottocento è il concetto romantico di nazione, intesa come unità di memorie, di lingua e tradizioni, in contrasto con la concezione dello Stato come patrimonio di una legittima dinastia riaffermato a Vienna.
4 FILOELLENISMO Movimento che nell’Europa romantica dell’inizio del 19° sec. cercò di
favorire i Greci in lotta per ottenere l’indipendenza dal dominio ottomano.
5 - LA GIOVINE ITALIA Associazione politica clandestina fondata a Marsiglia nel luglio 1831.Essa era segreta per quanto riguardava i nomi degli affiliati, palese per quanto riguardava il programma. Fine dell'associazione era quello di fare dell'Italia una repubblica democratica unitaria.
6 - RISORGIMENTO Col termine RISORGIMENTO si designa il processo di rinnovamento culturale, politico e sociale che consentì la formazione dello Stato nazionale italiano.
7 - IDEOLOGIA REPUBBLICANA I repubblicani facevano riferimento a Mazzini; gli obiettivi erano l’indipendenza e l’unità d’Italia con una rivoluzione nazionale.
8 - FEDERALISMO:ideologia democratica e repubblicana a favore dell’autonomia locale e della democrazia decentrata. Teoric del federalismo furono Carlo Cattaneo, intellettuale , fautore dei valori della scienza e della tecnica, fondò la rivista “Il Politecnico” e Giuseppe Ferrari.
9 - LIBERISMO ECONOMICO: teoria economica che sostiene la libertà di scambio delle merci, la libera concorrenza; fa derivare il benessere individuale, sociale e nazionale dallo sviluppo dell’economia. Lo Stato deve solo creare le infrastrutture.
10 - CATTOLICESIMO LIBERALE Corrente di pensiero religioso e politico che, riconoscendo il valore della libertà, della nazionalità e del regime liberal-costituzionale, nel XIX secolo si schierò per la separazione della chiesa dallo stato. Il teorico fu Vincenzo Gioberti che sostenne, fino alla crisi del 1848-1849, un'opzione politica a sfondo neoguelfo.
11- NEOGUELFISMO movimento ideologico e politico affermatosi in Italia in ambito cattolico nella prima metà del XIX sec. Il suo programma era quello dell'unità nazionale sulla base di una confederazione di Stati, governati ciascuno dal proprio principe, sotto la presidenza del pontefice. Fu teorizzato da Vincenzo Gioberti nell'opera Del Primato civile e morale degli Italiani (1843), opera di importanza fondamentale nella formazione della mentalità della classe dirigente moderata dei nostro Risorgimento.
12- MONARCHICO-COSTITUZIONALI : corrente politica molto moderata che sosteneva la necessità di realizzare il processo di unificazione sotto casa Savoia e proponevano una monarchia costituzionale
13 - evento romantico:negli anni ‘40 la cultura romantica ha in gran parte superato la sua fase tradizionalista (era nata in polemica con l’illuminismo ed il giacobinismo) per convertirsi in cultura rivoluzionaria, che insegue i grandi miti della liberta’ e dell’affermazione nazionale. Protagonisti sulle barricate del 1848-49 saranno intellettuali (Marx, Engels, Hugo, Flaubert, Lamartine, Wagner, Petöfi) e studenti.
14 CONTENUTI SOCIALI E NAZIONALI : aspetto peculiare delle rivoluzioni del ’48 è la partecipazione massiccia dei ceti popolari urbani con specifici ed autonomi obiettivi di lotta, ispirati alle ideologie socialiste che allora cominciavano ad essere teorizzate ( vedi Il Manifesto dei comunisti di Marx ed Engels)
15 - Carlo
Pisacane
patriota
e
scrittore,
di
ideologia
mazziniana,
ma
su
posizioni
più
radicali
e
a
tendenza
socialista.
In
vista
di
un’azione
rivoluzionaria
nel
Mezzogiorno
si
riaccostò
a
Mazzini.
Nel
giugno
1857,
organizzò
uno
sbarco
nell’Italia
meridionale,
a
Sapri,
da
dove
sarebbe
dovuta
iniziare
l’insurrezione
coinvolgendo
le
masse
contadine.
Invece,
la
popolazione
l’avversò
e
i
borboni
li
sconfissero
facilmente.
Pisacane,
ferito
e
sconfitto,
preferì
suicidarsi
L’originalità
di
Pisacane,
sta
nell’aver
intuito
la
necessità
di
legare
saldamente
la
questione
nazionale
alla
questione
sociale,
superando
i
limiti
del
mazzinianesimo.
Il
suo
pensiero
è
ben
espresso
nel
suo
Testamento
politico
,
documento
anche
di
alto
valore
morale.
"Ho
la
convinzione,
che
le
strade
ferrate,
i
telegrafi
elettrici,
le
macchine,
i
miglioramenti
dell’industria,
tuttociò
infine
che
tende
a
sviluppare
e
facilitare
il
commercio,
è
destinato,
secondo
una
legge
fatale,
a
render
povere
le
masse,
finché
non
si
operi
la
ripartizione
dei
profitti,
per
mezzo
della
concorrenza.
Tutti
siffatti
mezzi
aumentano
i
prodotti;
ma
essi
li
accumulano
in
poche
mani,
per
cui
tutto
il
vantato
progresso
non
si
riduce
che
alla
decadenza.
Se
si
considerano
questi
pretesi
miglioramenti
come
un
progresso,
sarà
ciò
in
questo
senso
che,
coll’aumentare
la
miseria
del
popolo,
essi
lo
spingeranno
infallibilmente
ad
una
terribile
rivoluzione
che,
mutando
l’ordine
sociale,
metterà
a
disposizione
di
tutti,
ciò
che
ora
serve
all’utile
solo
d’alcuni.
Ho
la
convinzione,
che
i
rimedî
temperati,
come
il
regime
costituzionale
del
Piemonte
e
le
progressive
riforme
accordate
alla
Lombardia,
lungi
dall’accelerare
il
risorgimento
d’Italia,
non
possono
fare
che
ritardarlo.
Quanto
a
me
non
m’imporrei
il
più
piccolo
sagrifizio
per
cambiare
un
Ministero
o
per
ottenere
una
Costituzione,
neppure
per
cacciare
gli
Austriaci
dalla
Lombardia
e
riunire
al
regno
della
Sardegna
questa
provincia:
io
credo
che
la
dominazione
della
Casa
d’Austria
e
quella
di
Casa
Savoja
sieno
la
stessa
cosa.
"Questa
decisa
opinione
si
venne
formando
in
me
per
la
profonda
convinzione
che
io
ho,
essere
una
chimera
la
propagazione
dell’idea,
e
un’assurdità
l’istruzione
del
popolo.
Le
idee
vengono
dietro
ai
fatti
e
non
viceversa;
e
il
popolo
non
sarà
libero
perché
sarà
istrutto,
ma
diverrà
istrutto
tostoché
sarà
libero.
L’unica
cosa
che
possa
fare
un
cittadino,
per
essere
utile
alla
sua
patria,
è
l’aspettare,
che
sopraggiunga
il
tempo,
in
cui
egli
potrà
cooperare
a
una
rivoluzione
materiale.
"Le
cospirazioni,
i
complotti,
i
tentativi
d’insurrezione,
sono
a
mio
avviso,
la
serie
dei
fatti
attraverso
ai
quali
l’Italia
va
alla
sua
meta
(l’Unità).
L’intervento
delle
baionette
a
Milano
ha
prodotto
una
propaganda
ben
più
efficace,
che
non
mille
volumi
di
scritti
di
dottrinarî,
che
sono
la
vera
peste
della
nostra
patria
e
di
tutto
il
mondo.”
16 - LA
SPIGOLATRICE
DI
SAPRI
(Luigi
Mercantini)
Eran
trecento,
eran
giovani
e
forti,
e
sono
morti!
Me ne andavo un mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore.
All'isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s'è ritornata ed è venuta a terra;
sceser con l'armi, e noi non fecer guerra.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Sceser con l'armi, e a noi non fecer guerra,
ma s'inchinaron per baciar la terra.
Ad uno ad uno li guardai nel viso:
tutti avevano una lacrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane:
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
Siam venuti a morir pel nostro lido.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro
un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: - dove vai, bel capitano? -
Guardommi e mi rispose: - O mia sorella,
vado a morir per la mia patria bella. -
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: - V'aiuti 'l Signore! -
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare:
due volte si scontraron con li gendarmi,
e l'una e l'altra li spogliar dell'armi.
Ma quando fur della Certosa ai muri,
s'udiron a suonar trombe e tamburi,
e tra 'l fumo e gli spari e le scintille
piombaron loro addosso più di mille.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Eran trecento non voller fuggire,
parean tremila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a lor correa sangue il piano;
fin che pugnar vid'io per lor pregai,
ma un tratto venni men, né più guardai;
io non vedeva più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d'oro.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Me ne andavo un mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore.
All'isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s'è ritornata ed è venuta a terra;
sceser con l'armi, e noi non fecer guerra.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Sceser con l'armi, e a noi non fecer guerra,
ma s'inchinaron per baciar la terra.
Ad uno ad uno li guardai nel viso:
tutti avevano una lacrima e un sorriso.
Li disser ladri usciti dalle tane:
ma non portaron via nemmeno un pane;
e li sentii mandare un solo grido:
Siam venuti a morir pel nostro lido.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Con gli occhi azzurri e coi capelli d'oro
un giovin camminava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presol per la mano,
gli chiesi: - dove vai, bel capitano? -
Guardommi e mi rispose: - O mia sorella,
vado a morir per la mia patria bella. -
Io mi sentii tremare tutto il core,
né potei dirgli: - V'aiuti 'l Signore! -
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Quel giorno mi scordai di spigolare,
e dietro a loro mi misi ad andare:
due volte si scontraron con li gendarmi,
e l'una e l'altra li spogliar dell'armi.
Ma quando fur della Certosa ai muri,
s'udiron a suonar trombe e tamburi,
e tra 'l fumo e gli spari e le scintille
piombaron loro addosso più di mille.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
Eran trecento non voller fuggire,
parean tremila e vollero morire;
ma vollero morir col ferro in mano,
e avanti a lor correa sangue il piano;
fin che pugnar vid'io per lor pregai,
ma un tratto venni men, né più guardai;
io non vedeva più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d'oro.
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!
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