lunedì 23 febbraio 2015

DEI SEPOLCRI (Ugo Foscolo)

ANALISI  DETTAGLIATA

In latino: "I diritti dei Mani (i morti) siano santi. (Dalle 12 Tavole romane - dà sacralità all'opera)


vv. 1-13: Sotto l'ombra dei cipressi e dentro le tombe, confortate (aggettivo pieno di affetto) dal pianto dei vivi, forse la morte è meno crudele? (Inizia con una domanda retorica , con negazione, secondo la sua concezione materialistica e illuministica; cioè le tombe non servono a niente.) Quando ormai il sole non illuminerà più il mondo e quando ormai il futuro (le ore che danzano sono un concetto elegante, classico) non ci sarà più per me, ne io ascolterò più la tua triste poesia o amico (Ippolito Pindemonte, al quale è dedicato il Carme e che scrisse un poemetto sui cimiteri), ormai mi ispirerà la poesia pura (perchè per Foscolo la poesia doveva essere libera dalle servitù dei potenti) che è stata d'aiuto alla mia vita tormentata,

vv. 14-22: per me, morto, che sollievo sarà una tomba, una lapide che distingua le mie ossa dalle tante sparse dovunque? (concezione materialistica, negativa). Purtroppo è vero! O Pindemonte! Anche la speranza, che è l'ultima a morire, fugge la tomba e tutto muore; la dimenticanza trascina tutto nel suo buio e una forza continua tormenta tutto ed il tempo cambia l'uomo, i cadaveri e tutto ciò che rimane della terra e del cielo. (concezione materialistica).
vv. 23-29: Qui inizia la ribellione della Speranza, dell'Illusione che l'uomo, pur sapendo con la ragione che la Tomba non serve a niente, col cuore vuole sperare di non morire del tutto, restare vivo nel ricordo, per le imprese fatte. Ma perchè l'uomo deve togliersi, prima del tempo, l'illusione che una volta morto, lo fa un po' fermare prima dell'Al di là? Non vive anche dopo morto, quando non vedrà la luce, se questa luce può dare a lui l'affetto degli amici e dei parenti?
vv. 30-41: E' Divino questo scambio di affetto fra i vivi e i morti (quindi per prima cosa i Sepolcri servono a mantenere vivo il ricordo del morto) e per questo il vivo vive col morto e il morto col vivo, se la terra pietosa che lo raccolse da bambino, lo raccoglierà anche da morto, difendendo il suo cadavere dalle tempeste e dai piedi del volgo e una pietra (lapide) conservi il suo nome e un albero profumato gli dia ombra. (al femminile, dal latino, per un senso di dolcezza).
vv. 42-51: Solo colui che non lascia amici ha poca gioia della tomba e se pensa dopo il suo funerale, si vede nell'Inferno o nel Purgatorio; ma lascia la sua polvere alle erbacce, dove nessuno andrà a pregare, nè un passeggero solitario vedrà il sospiro che la natura ci manda dalla tomba. Però una nuova legge (Editto di Saint Cloud, in Francia del 1804) vuole che i cimiteri siano lontani dalle città e le Tombe tutte uguali.
vv. 52-70: E ora Talia (la musa della poesia satirica, perchè Parini scrisse il Giorno, poemetto satirico contro i signori ricchi, come Sardanapalo, Re assiro, vizioso) il tuo poeta è seppellito lontano dalla sua casa. O Musa, tu non sei vicino a lui, sotto l'albero del Tiglio che ora è triste (dà un'anima all'albero, e questo è classicismo) perchè non fa ombra sulla tomba di Parini.
vv. 71-91: Forse Parini è sepolto vicino ad un assassino che fu ghigliottinato. La città di Milano, corrotta, non gli diede un degno sepolcro. (Ora Foscolo descrive, con un sentimento preromantico, lugubre, notturno da Ossian, un cimitero). Ora senti la cagna abbandonata fra le sterpaglie, affamata e l'upupa (non è un uccello notturno, ma Foscolo qui la usa perchè, a causa di tante "U" dà un suono lugubre e cupo) che si nutre di cadaveri (sporca) accusa la luce delle stelle. Purtroppo sui morti, se non ci sono pianti degli amici affettuosi, non nasce nessun fiore. Adesso Foscolo dice che da sempre l'uomo ha dato importanza alle tombe,
vv 151-180 : (Questa è la parte centrale, più importante dei Sepolcri, perchè spiega la loro funzione centrale) le Tombe degli uomini forti ispirano a grandi imprese e rendono santa la terra che accoglie, come il Sepolcro di Santa Croce a Firenze in cui sono sepolti grandi uomini come Machiavelli che, con il Principe, fece vedere al popolo, la crudeltà di questi, con la scusa di dargli consigli (non è proprio vero perchè nel Principe, Machiavelli, dà davvero consigli di crudeltà, ma Foscolo vuole difendere Machiavelli dall'accusa di immortalità seguendo la tesi repubblicana, democratica, del Rousseau, Boccollini, ma Foscolo vuole difendere Machiavelli) e c'è anche Michelangelo che ideò la cupola di San Pietro e Galileo e altri. Ma tu Firenze sei beata anche per il tuo clima sereno e per i tuoi fiumi, che scendono a te dai monti dell'Appennino. La luna lieta della tua aria serena illumina i tuoi colli in festa per la vendemmia, le valli intorno piene di case e di uliveti mandano profumi di fiori in cielo: e Tu, per prima o Firenze, ascoltavi il carme (l'opera: la Divina Commedia di Dante, un ghibellino in esilio, perchè durante l'esilio si avvicinò all'impero: ebbe fiducia nell'Imperatore Arrigo VII). Prima egli era sempre stato Guelfo di parte bianca, rabbia perchè, nella sua opera egli si scaglia contro la corruzione del tempo, e tu (o Firenze) hai dato i natali e la lingua e quel poeta (Petrarca) dalla poesia dolce (Calliope: musa della poesia dolce) che ponendo un puro velo all'Amore (amore spirituale) che prima in Grecia e a Roma era fisico, offriva quest'amore a Venere celeste, spirituale; ma più felice, te, o Firenze, perchè hai riunite in un Tempio (il Sepolcro di Santa Croce) le glorie italiane,
vv. 180-197: le sole, forse da quando le Alpi (un tempo difesa dell'Italia dallo straniero) era mal vietate, cioè facilmente attraversabili da tutti e da quando le varie vicende umane ti tolsero armi, ricchezze, altari (religione), la patria e tranne il ricordo del passato glorioso, tutto. Poichè se c'è un posto, come il Sepolcro di Santa Croce, dove brilla speranza di gloria per i giovani forti e per l'Italia, da questo posto prenderemo i buoni auguri per un futuro migliore. In questo Sepolcro si recava spesso Vittorio (Alfieri, scrittore del '700 ammirato molto da Foscolo e per questo chiamato qui per nome. Ma mentre Alfieri era isolato e staccato dagli avvenimenti politici, il Foscolo vive e parteci- pa.) per trovare ispirazione. Egli era pieno d'ira per gli dei della Patria (che non era libera) e in silenzio cercava i luoghi più deserti, guardando il cielo, pieno di speranza; e, poichè niente del suo periodo lo rendeva sereno, si riposava qui; e aveva il viso teso. Adesso vive qui con i grandi uomini; vive, è seppellito, vive perchè è sempre vivo il suo ricordo per essere stato un uomo di grandi ideali pattriottici.
vv. 279-fine: Un giorno vedrete umile e modesto un cieco (il poeta Omero) e vagando entrare nelle tombe, abbracciare il sepolcro e chiedere ispirazione. Le tombe risponderanno (funzione ispiratrice della poesia, grazie alle tombe dei grandi uomini) e parleranno di Ilio (Troia, Ilio, dal nome del suo fondatore) distrutta due volte (da Ercole e dalle Amazzoni) e due volte risorta in silenzio per rendere più gloriosa la conquista ai greci, portati dal Fato. Il sacro profeta (Omero) calmando gli eroi morti con la poesia, renderà, col suo canto eterni i capi greci per uno spazio quasi infinito per tutto il mondo (ai tempi di Omero il mondo si pensava circondato da un immenso fiume, l'Oceano). E tu, Ettore (figlio di Priamo) sarai onorato in tutti i posti dove è ritenuto sacro il sangue versato per la Patria fino a quando il sole illuminerà le infelicità della vita.
Il Carme finisce con una immagine di vita: il Sole , e di dolore: morte e sciagura.


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