mercoledì 13 maggio 2015

MANZONI : brani antologici.

"IN MORTE DI CARLO IMBONATI "
[.....]
Sentir, riprese, e meditar: di poco
Esser contento: da la meta mai
Non torcer gli occhi: conservar la mano
Pura e la mente: de le umane cose 210
Tanto sperimentar, quanto ti basti
Per non curarle: non ti far mai servo:
Non far tregua coi vili: il santo Vero
Mai non tradir: proferir mai verbo,
Che plauda al vizio, o la virtù derida. 215
[.....]




"MARZO 1821"

                                             Alla illustre memoria
di
TEODORO KŒRNER
poeta e soldato
della indipendenza germanica
morto sul campo di lipsia
il giorno xviii dottobre mdcccxiii
nome caro a tutti i popoli
che combattono per difendere
o per riconquistare
una patria
[.....]

Han giurato: Non fia che questonda 5
Scorra più tra due rive straniere:
Non fia loco ove sorgan barriere
Tra lItalia e lItalia, mai più!
Lhan giurato: altri forti a quel giuro
Rispondean da fraterne contrade, 10
Affilando nellombra le spade
Che or levate scintillano al sol.
Già le destre hanno stretto le destre;
Già le sacre parole son porte:
O compagni sul letto di morte, 15
O fratelli su libero suol.
[.....]




Dalla STORIA DELLA COLONNA INFAME - Introduzione

Ai giudici che, in Milano, nel 1630, condannarono a supplizi atrocissimi alcuni accusati d'aver propagata la peste con certi ritrovati sciocchi non men che orribili, parve d'aver fatto una cosa talmente degna di memoria, che, nella sentenza medesima, dopo aver decretata, in aggiunta de' supplizi, la demolizion della casa d'uno di quegli sventurati, decretaron di più, che in quello spazio s'innalzasse una colonna, la quale dovesse chiamarsi infame, con un'iscrizione che tramandasse ai posteri la notizia dell'attentato e della pena. E in ciò non s'ingannarono: quel giudizio fu veramente memorabile.
[....]
Ma dalla storia, per quanto possa esser succinta, d'un avvenimento complicato, d'un gran male fatto senza ragione da uomini a uomini, devono necessariamente potersi ricavare osservazioni più generali, e d'un'utilità, se non così immediata, non meno reale. Anzi, a contentarsi di quelle sole che potevan principalmente servire a quell'intento speciale, c'è pericolo di formarsi una nozione del fatto, non solo dimezzata, ma falsa, prendendo per cagioni di esso l'ignoranza de' tempi e la barbarie della giurisprudenza, e riguardandolo quasi come un avvenimento fatale e necessario; che sarebbe cavare un errore dannoso da dove si può avere un utile insegnamento. L'ignoranza in fisica può produrre degl'inconvenienti, ma non delle iniquità; e una cattiva istituzione non s'applica da sé. Certo, non era un effetto necessario del credere all'efficacia dell'unzioni pestifere, il credere che Guglielmo Piazza e Giangiacomo Mora le avessero messe in opera; come dell'esser la tortura in vigore non era effetto necessario che fosse fatta soffrire a tutti gli accusati, né che tutti quelli a cui si faceva soffrire, fossero sentenziati colpevoli. Verità che può parere sciocca per troppa evidenza; ma non di rado le verità troppo evidenti, e che dovrebbero esser sottintese, sono in vece dimenticate; e dal non dimenticar questa dipende il giudicar rettamente quell'atroce giudizio. Noi abbiam cercato di metterla in luce, di far vedere che que' giudici condannaron degl'innocenti, che essi, con la più ferma persuasione dell'efficacia dell'unzioni, e con una legislazione che ammetteva la tortura, potevano riconoscere innocenti; e che anzi, per trovarli colpevoli, per respingere il vero che ricompariva ogni momento, in mille forme, e da mille parti, con caratteri chiari allora com'ora, come sempre, dovettero fare continui sforzi d'ingegno, e ricorrere a espedienti, de' quali non potevano ignorar l'ingiustizia. Non vogliamo certamente (e sarebbe un tristo assunto) togliere all'ignoranza e alla tortura la parte loro in quell'orribile fatto: ne furono, la prima un'occasion deplorabile, l'altra un mezzo crudele e attivo, quantunque non l'unico certamente, né il principale. Ma crediamo che importi il distinguerne le vere ed efficienti cagioni, che furono atti iniqui, prodotti da che, se non da passioni perverse?
[....]
Dio solo ha potuto vedere se que' magistrati, trovando i colpevoli d'un delitto che non c'era, ma che si voleva[1], furon più complici o ministri d'una moltitudine che, accecata, non dall'ignoranza, ma dalla malignità e dal furore, violava con quelle grida i precetti più positivi della legge divina, di cui si vantava seguace. Ma la menzogna, l'abuso del potere, la violazion delle leggi e delle regole più note e ricevute, l'adoprar doppio peso e doppia misura, son cose che si posson riconoscere anche dagli uomini negli atti umani; e riconosciute, non si posson riferire ad altro che a passioni pervertitrici della volontà; né, per ispiegar gli atti materialmente iniqui di quel giudizio, se ne potrebbe trovar di più naturali e di men triste, che quella rabbia e quel timore.
[....]
Noi, proponendo a lettori pazienti di fissar di nuovo lo sguardo sopra orrori già conosciuti, crediamo che non sarà senza un nuovo e non ignobile frutto, se lo sdegno e il ribrezzo che non si può non provarne ogni volta, si rivolgeranno anche, e principalmente, contro passioni che non si posson bandire, come falsi sistemi, né abolire, come cattive istituzioni, ma render meno potenti e meno funeste, col riconoscerle ne' loro effetti, e detestarle.
E non temiamo d'aggiungere che potrà anche esser cosa, in mezzo ai più dolorosi sentimenti, consolante. Se, in un complesso di fatti atroci dell'uomo contro l'uomo, crediam di vedere un effetto de' tempi e delle circostanze, proviamo, insieme con l'orrore e con la compassion medesima, uno scoraggimento, una specie di disperazione. Ci par di vedere la natura umana spinta invincibilmente al male da cagioni indipendenti dal suo arbitrio, e come legata in un sogno perverso e affannoso, da cui non ha mezzo di riscotersi, di cui non può nemmeno accorgersi. Ci pare irragionevole l'indegnazione che nasce in noi spontanea contro gli autori di que' fatti, e che pur nello stesso tempo ci par nobile e santa: rimane l'orrore, e scompare la colpa; e, cercando un colpevole contro cui sdegnarsi a ragione, il pensiero si trova con raccapriccio condotto a esitare tra due bestemmie, che son due deliri: negar la Provvidenza, o accusarla. Ma quando, nel guardar più attentamente a que' fatti, ci si scopre un'ingiustizia che poteva esser veduta da quelli stessi che la commettevano, un trasgredir le regole ammesse anche da loro, dell'azioni opposte ai lumi che non solo c'erano al loro tempo, ma che essi medesimi, in circostanze simili, mostraron d'avere, è un sollievo il pensare che, se non seppero quello che facevano, fu per non volerlo sapere, fu per quell'ignoranza che l'uomo assume e perde a suo piacere, e non è una scusa, ma una colpa; e che di tali fatti si può bensì esser forzatamente vittime, ma non autori.

































venerdì 8 maggio 2015

ALESSANDRO MANZONI (ovvero il Romanticismo italiano tra tensione morale e ricerca del “vero”)

Il cattolicesimo di Manzoni si incontra con lesigenza di storicità del Romanticismo, con una tensione razionale e morale, con una ricerca delvero, che procede in modo problematico dalle liriche, alle tragedie, ai Promessi Sposi. Esso è una potente analisi della realtà collettiva ed una inquieta indagine sulle molte contraddizioni degli <affetti> umani


CREDO MORALE E POETICA

Nel carme “In morte di Carlo Imbonati”(vv.207-215), di stampo ancora neoclassico, dedicato alla memoria del compagno della madre, Manzoni pone i termini essenziali della propria poetica e della propria vita morale, ai quali resterà poi sempre fedele.
Si profila un modello di vita virtuoso, un comportamento intellettuale nobile e sdegnosamente isolato, alieno da ogni volgare compromesso.
La poesia è lunione di meditazione e sentimento :sentireemeditare.


UNA RELIGIOSITA’ INQUIETA

PUNTO DI ARRIVO DI UNA RICERCA RIGOROSA E COERENTE
FORTE RIGORISMO GIANSENISTA
RICERCA DI UNA GIUSTIZIA AL DI SOPRA DELLA STORIA, DI UN VALORE UNITARIO E UNIVERSALE
RIFIUTO DI FACILI COMPROMESSI

FAR VIVERE LIDEALE CRISTIANO NELLA REALTÀ E NELLA STORIA

CONFLITTI TRA  IDEALE (esigenza morale)  E REALTA’ (del mondo umano):
  1. TENSIONE SOTTERRANEA
  2. RICERCA CONTINUA
  3. SFORZO CREATIVO DI RAPPRESENTAZIONE

GLI INNI SACRI

IL PROGETTO : Una serie di dodici Inni Sacri dedicati alle festività cattoliche fondamentali. Tra il 1812 e 1815, scrisse : La Risurrezione - Il nome di Maria - Il Natale - La Passione - La Pentecoste (1822 )

I TEMI :
Nella sua prima opera dopo la conversione, Manzoni si proponeva di riconoscere gli eventi della Rivelazione nella dimensione storica e celebrarli.

STRUTTURA E SCELTE STILISTICHE :
Scomparsa dell’io lirico e prevalere di una coralità comunicativa, quasi eco del testo biblico . Settenari al posto dell’endecasillabo neoclassico, ritmo scorrevole.

LA POETICA
LETTERA A Mr. CHAUVET: (1820)
rapporto tra VERO STORICO E VERO POETICO :
Compito dello storico è ricostruire la realtà, compito del poeta è ricercare le cause che l’hanno determinata nei sentimenti e nei comportamenti umani ;
Il VERO POETICO è ricorrere anche all’invenzione per portare alla luce degli aspetti della realtà che la storia non dice.

LETTERA SUL ROMANTICISMO (1823):
La funzione sociale dell’arte :
 trattare il VERO (il contenuto in oggetto)
 per ottenere l’UTILE (la finalità educativa)
 attraverso l’INTERESSANTE (la lingua)

LE ODI CIVILI
ESEMPIO DI UNA POESIA PIÙ LEGATA ALLE TRASFORMAZIONI POLITICHE CONTEMPORANEE .
Si tratta di due odi legate a tematiche civili e patriottiche e rimaste a lungo inedite.

MARZO 1821:
fu composta nel clima di speranza in seguito ai moti liberali piemontesi del 1821 e alle aspettative di liberazione della Lombardia dal dominio austriaco

IL CINQUE MAGGIO:
È ispirata alla morte di Napoleone e la meditazione religiosa si intreccia agli eventi storici. Si sente l’influsso delle tragedie nella figura del generale francese rievocato nei suoi ultimi giorni e ormai privo del potere e della grandezza di un tempo.


LE TRAGEDIE

IL CONTE DI CARMAGNOLA (1816-20)
ADELCHI (1820-22)
PECULIARITÀ:
Incentrate su episodi della storia medievale
VERO STORICO (fatti e personaggi reali )
VERO POETICO (indagine sulle loro vicende interiori)
Rifiuto delle tre unità aristoteliche.
IL CORO (cambia la sua funzione rispetto alla tragedia greca, dove esso era in continuità con i personaggi).
Per Manzoni, il coro è un <cantuccio> di cui si serve per esprimere la propria interpretazione delle vicende.

IL CONTE DI CARMAGNOLA

Il conte di Carmagnola, fuggito da Milano a Venezia perchè perseguitato, deve ora combattere contro Milano prima da lui difesa; vince Venezia e poichè il Conte permette ai nemici di prendersi i prigionieri viene considerato traditore e condannato a morte.
In questa tragedia vi è il sentimento della Patria e dell'unità del popolo italiano ed anche il sentimento religioso perché per Manzoni è un delitto che italiani uccidano altri italiani, in quanto tutti gli uomini sono fratelli, poiché figli di Dio. Manzoni vuole dimostrarne l'innocenza.

ADELCHI

Carlo Magno ripudia Ermengarda dopo che il padre di questa, Desiderio, Re dei Longobardi, si rifiuta di restituire al Papa un territorio occupato. Adelchi, figlio di Desiderio anche se contrario, combatte lo stesso la guerra che finisce con la sconfitta dei Longobardi; Desiderio è fatto prigioniero e Adelchi muore. Ermengarda muore in un monastero.
Adelchi ed Ermengarda sono i personaggi che meglio ci fanno capire il pessimismo di Manzoni e sono anche personaggi romantici; essi sono puri nel cuore e pur essendo degli infelici sulla terra, credono in un mondo migliore oltre la terra.

Adelchi è un eroe romantico perché è pieno di ansia fra il desiderio di ubbidire al padre e l'odio verso la guerra .

DAGLI ATRII MUSCOSI” (coro dell’atto III)  
 Un popolo non può ottenere la libertà con l’aiuto di un altro popolo, perché quest ’ultimo                                                      da alleato si trasformerà in oppressore.
E’ necessario assumersi tutta la responsabilità di lottare per la propria libertà.

LA MORTE DI ERMENGARDA”   (coro dell’atto IV)
Le gioie e le sofferenze dell’amore terreno.
La <provida sventura>: chi ha sofferto in vita troverà pace nella morte.

IL PESSIMISMO
E LA CONCEZIONE TRAGICA DELLA STORIA

La Storia è luogo di incomprensibile malvagità, non riscattato dalla Grazia divina: si è carnefici o vittime, si fa il male o lo si subisce. Adelchi ,in un momento di smarrimento,confessa :
[]"Il core mi comanda
alte e nobili cose; e la fortuna
mi comanda ad inique ". []
Ed in ciò sta la sua personale vicenda drammatica e il problema morale che Manzoni vuol rappresentare. La realtà si oppone al desiderio dell'uomo di operare nel giusto; ogni sua azione sfocia in una direzione opposta a quella voluta. Adelchi ,tipico eroe romantico, scisso tra la ragion di stato e il senso di colpa che gli deriva dall'appartenere a una stirpe di dominatori, da un lato, e l'impossibile aspirazione alla virtù e al bene, dall'altro. Solo nella morte, nella «provvida sventura», può trovare il riscatto e la soluzione al suo intimo conflitto.

I PROMESSI SPOSI

LA GENESI: lunga ed elaborata
1821-23: Fermo e Lucia
1827: I promessi sposi (revisione plot )
1840: edizione definitiva (profonda revisione linguistica)

LO SFONDO STORICO :
La Lombardia della prima metà del ‘600, durante la dominazione spagnola

IL MONDO POPOLARE :
Fatti veri e fatti verosimili (la vita di due umili popolani) si intrecciano con equilibrio

DISTACCO E PARTECIPAZIONE:
l’autore osserva gli eventi molto lontani nel tempo

Il manoscritto ritrovato (espediente e strumento di oggettività)


SCHEMA TRADIZIONALE REINTERPRETATO

 eliminati i risvolti erotici, avventurosi e fantastici
 orizzonte di saldi valori religiosi e morali
 realtà sociale e storica con elementi negativi


I PERSONAGGI E LA SOCIETA’

Renzo e Lucia (il mondo campestre, pacifico e operoso) a contatto con la più vasta e variegata realtà sociale,
ampliamento dell’orizzonte storico.
Un lieto fine che non riconduce all’origine;
Manzoni rifiuta una prospettiva tutta ideale.


RAPPORTI E TENSIONI TRA GLI OTTO PERSONAGGI FONDAMENTALI :

RENZO e LUCIA:  operosità e religiosità popolare

L’INNOMINATO -  fra’ CRISTOFORO - Cardinal BORROMEO  :   aiutanti 

Funzione riequilibratice della peste


LA POSIZIONE DEL NARRATORE
Manzoni è il narratore onnisciente del mondo
che rappresenta, ma con delle sfasature:
mescolanza tra narratore secentesco e scrittore moderno;
ricerca dello scrittore di un fine ultimo e provvidenziale negli eventi presentati
ironia che crea distacco, mette in guardia, razionalizza
partecipazione e pietà molto intense
paternalismo manzoniano
NO al sovvertimento delle gerarchie sociali, ma anche critica dei rapporti sociali
attenzione alla realtà economica

CAPITOLO XII
L’assalto al “forno delle grucce” :
protagonista una folla che, spinta dal rincaro del pane, spreca, sciupa, distrugge, fa paura e ribrezzo; è <torrente> e >sciame> (<formicolio>, <ronzio>); è un <esercito tumultuoso>.

Ripudio della violenza e diffidenza nei confronti della "folla",  che si muove sempre in modo cieco e irrazionale .

Contraddizione ideologica fra:
Manzoni cattolico che sogna una società intrinsecamente benevola e priva di tensioni sociali
Manzoni liberista che presenta (ad esempio nella critica che fa alla decisione di calmierare il prezzo del pane in periodo di carestia) come "naturali" (e perciò indiscutibili e immodificabili) le crude leggi di mercato e l'egoistica ricerca del proprio profitto.

I CARATTERI DEI PERSONAGGI

Analisi profonda dei personaggi dal punto di vista morale e psicologico (coralità e tipicità)
Il buon senso di RENZO (il personaggio più mobile)
La femminilità stilizzata di LUCIA
La figura comica di don ABBONDIO
Il senso di colpa dei malvagi :don RODRIGO, GERTRUDE, LINNOMINATO
Il cinismo dei politici: il CONTE ZIO, il gran cancelliere FERRER
Esemplarità del cardinal FEDERIGO BORROMEO
Suprema carità di padre CRISTOFORO
a Chiesa di Cristo nellottica di Manzoni.


Lucia è la quintessenza popolare della donna angelo, segno di bene e di salvezza,in un mondo contadino pieno di incombenze materiali, prudente, pauroso verso la realtà esterna. Privata di ogni elemento passionale o erotico, appare lesaltazione del ruolo ideale e subalterno attribuito alla donna nella società dell800.


LA QUESTIONE LINGUISTICA

Litaliano del FERMO E LUCIA: <comune>, sganciato dagli schemi classicisti , composto di elementi di varia provenienza ;
 il risultato lo lascia insoddisfatto
ricerche linguistiche,
lessicali e grammaticali per una lingua di “uso concreto”

I PROMESSI SPOSI
(1827): lingua dell’ambiente lombardo colto su modello toscano
( lombardo toscanizzato)

I PROMESSI SPOSI (1840): soluzione moderata

Storia della colonna infame

Scrivendo la storia di una colonna eretta a Milano nel 1630 a memoria del supplizio subito dai cosiddetti <untori>, accusati dalla superstizione popolare di aver propagato malignamente la peste, Manzoni vuole non solo arricchire i dati storici del romanzo, ma soprattutto svolgere una risentita polemica morale contro le colpe dei giudici che,condizionati da superstizioni, avevano condannato degli innocenti.
Manzoni rimette tutta la responsabilità dellingiustizia subita alla responsabilità individuale dei giudici i quali avevano gli strumenti culturali e giuridici per opporsi allingiustizia.










giovedì 7 maggio 2015

CLIL HISTORY LESSON - THE SPANISH CIVIL WAR : QUESTIONS

HOMEWORK - QUESTIONS

1) How was Spain a deeply divided country in the 1930s?
2) What was Spain's economic condition?
3) What was the chain of political events between 1929 and 1936?
4) Which two fascist Allies came to the active support of the Nationalists in Spain?
5) What did Britain and France consider themselves to be in an awkward position?
6)What did Germany and Italy do for Spain?
7) What did the USSR do for Spain?
8) Who were in the Republican International Brigades?
9) Who won the Civil War and why?
10)How had Hitler shown his strength in European affairs?