Nella
seconda
metà
del
Settecento
si
diffonde
in
tutta
l’Europa
una
nuova
sensibilità,
caratterizzata
dal
NEOCLASSICISMO
e
da
una
passione
per
il
<negativo>
(PREROMANTICISMO).
LO
"STURM UND DRANG"
Si
tratta
di
un
movimento
ideologico,
letterario,
culturale,sviluppatosi
in
Germania
tra
il
1765
e
il
1785
circa,
che
rivaluta
l'elemento
passionale
contro
il
razionalismo
illuministico.Tale
movimento
interessò
le
forze
più
vive
della
cultura
tedesca
e
fu importante,soprattutto,
per
il
grande
impulso
che
diede
alla
cultura
europea
e
per
lo
stimolo
esercitato
da
due
intellettuali
del
calibro
di
J.W.
Goethe
e
di
F.Schiller.
Friedrich SCHILLER
Johann Wolfgang GOETHE
Alcune
sue
caratteristiche
essenziali:
1)
è
in
opposizione
al
razionalismo
illuminista
2)
rifiuta gli influssi francesi, si rifà al primigenio spirito tedesco
3)
attua una riscoperta delle forze della natura,
4)
intesa come manifestazione stessa della divinità
5)
mira all'esaltazione di istintività e passionalità suggerendo una
costante rottura delle convenzioni
6)
ha una concezione anarchica della libertà, della poesia e
dell'artista
7)
celebra il ritorno all'arte gotica
L’IO
E LA NATURA
Di
fronte
alla
forza
misteriosa
e
irrazionale
della
natura,
l’uomo
percepisce
l’ombra
di
Dio,
dell’indicibile.
IL
TITANISMOo
il
conflitto
individuo-
società
Il
nuovo eroe è caratterizzato dal conflitto tra l’aspirazione alla
libertà e la vita sociale. Di qui la tendenza alla malinconia,al
rifugio nella natura con cui l’<io> stabilisce un rapporto
di comunicazione emotiva. Il dissidio tra interiorità e società
diventa un conflitto esistenziale insolubile tra l’aspirazione
alla libertà assoluta dell’io e il limite
della condizione umana.
Ciò
provoca una ribellione e una tensione eroica verso la morte, che si
esplicita nella tematica del TITANISMO e del SUICIDIO.
I
DOLORI DEL GIOVANE WERTHER
Romanzo
epistolare, pubblicato nel 1774 diviene la Bibbia della nuova
generazione.
Racconta
l’infelice amore del giovane borghese Werther per Lotte,già
fidanzata con Albert.
Dopo
una
crisi
esistenziale
che
lo
ha
spinto
a
partire,
Werther
ritorna
presso
Lotte
e
Albert
ormai
sposati.
Ha
un
ultimo
colloquio
con
Lotte
che
si
è
accorta
di
amarlo
e
leggono
insieme
i
Canti
di
Ossian;
in
seguito
Werther
torna
a
casa
e
si
suicida
con
le
pistole
avute
in
prestito
da
Albert.
IL
WERTHERISMO
Persino
gli
indumenti
del
protagonista
(marsina
azzurra,
pantaloni
marroni
e
panciotto
giallo)
faranno
moda.
Scene
della
storia
d'amore
vengono
incise
su
piatti
di
rame
e
dipinte
su
tazze
di
porcellana;
il<wertherismo>
divenne
una
moda
tra
i
giovani
e
non mancarono
casi
di
suicidi.
Inoltre,se
in
precedenza
il
suicidio
passava
come
la
logica
conseguenza
di
uno
spirito
distorto,
ora
era
giudicato
suppergiù
come
prova
di grande
sensibilità e di cultura.
OSSIANISMO
E POESIA SEPOLCRALE
James
Macpherson
immagina
di
raccogliere
i
Canti
di
Ossian,
che
sono
prose
intorno
ad
antiche
leggende
irlandesi.
Questi
canti,
nei
quali
è
un
senso
di
tristezza,
orrore
del
paesaggio
cupo
e
desolato,
compiacimento
per
le
nebbie
e
i
chiarori
lunari,
Macpherson
li
attribuiva
ad
Ossian,un
bardo
della
Scozia
preromana.
Nel
frattempo,in
Inghilterra
si
sviluppa
la
cosiddetta
"poesia
sepolcrale”.
Motivo
caratteristico
è
la
visione
cimiteriale,
evocata
con
tristezza
elegiaca
o
con
gusto
del
macabro;vedi
le
“Notti”
di
Edward
Young
e,
soprattutto
la
famosa
”Elegia
scritta
in
un
cimitero
campestre“di
Thomas
Gray.
UNA
NATURA
CUPA
E
FUNEBRE
dai
Canti
di
Ossian
di
James
Macpherson
Su
quell’alber colà, sopra quel tufo,
che
copre quella pietra sepolcrale…
[…]
Palpitante,
ansante,tremante
il
peregrin
va
per
sterpi,
per
bronchi
per
spine,
per
rovine,
che’
ha smarrito il suo cammin.
Palude
di
qua,
dirupi
di là,
teme
i sassi, teme le grotte,
Teme
l’ombre della notte…
[…]
Notte
pregna
di
nembi
e
di
venti,
notte
gravida d’urli e di spaventi!
IL
NEOCLASSICISMO
A
partire
dalla
metà
del’
700
gli
scritti
di
Winckelmann
sull’arte
greca
classica
esercitarono
una
vasta
influenza
in
Europa
e
costituirono
la
base
teorica
del
Neoclassicismo.
Egli
considerò
l’arte
classica
come
espressione
di
un
sublimato
ideale
di
bellezza,
di
perfezione
e
di
armonia:
manifestazione
di
un
“bello
ideale”
inteso
come
equilibrio
supremo
(etico
ed
estetico),
come
superamento
di
ogni
urgenza
affettiva
nella
suprema
compostezza
della
forma.
Esemplari,a
riguardo, la statua dell’ APOLLO DEL BELVEDERE e il gruppo
scultoreo del LAOCOONTE.
UNA
BELLEZZA IDEALE
"Una
primavera perenne … riveste di amabile giovinezza la sua matura
affascinante virilità e aleggia con grazia delicata sulla superba
struttura delle sue membra…Non una vena, non un nervo eccitano ed
agitano questo corpo… disprezzo v’è sulle sue labbra e l’ira
che egli trattiene tende le sue narici e sale fino alla fronte
altera. Ma qui, la pace che vi aleggia beata e quieta non ne viene
turbata e il suo sguardo è
colmo di dolcezza…”
(da
J.J.
Winckelmann,
Storia dell’arte
dell’antichità)
Il gruppo del LAOCOONTE
“Il dolore
che
si
mostra
in
ogni
muscolo
e
in
ogni
tendine
del corpo…non si esprime affatto con segni di rabbia nel volto o nello atteggiamento.
del corpo…non si esprime affatto con segni di rabbia nel volto o nello atteggiamento.
Il
Laocoonte non grida orribilmente… Il dolore del corpo e la
grandezza dell’anima sono distribuiti in egual misura per tutto il
corpo e sembrano tenersi in equilibrio.
Laocoonte
soffre…il suo patire ci tocca il cuore, ma noi desidereremmo poter
sopportare il dolore come questo uomo sublime lo sopporta.”
(J.J.Winckelmann,
Pensieri
sull’imitazione
dell’arte
greca…)
L’io
alfieriano
ha
come
attributo
essenziale
il
forte
sentire
(una
vibrante
e
generosa
passionalità)
che
non
tollera
la
mediocrità,
rifiuta
convenzioni
e
conformismo
sociale.
L’altra
idea
portante
è
la
libertà,
intesa
in
senso
esistenziale,
dell’uomo
di
integrale
autoaffermazione
senza
limitazioni
e
costrizioni.
Il
“liber’uomo”si oppone eroicamente alla <tirannide>poiché
il potere,in quanto tale, impedisce l’assoluta affermazione dell’io individuale.
IL MITO UMANO ALFIERIANO
L’opera
di
Alfieri,
usando
forme
classiche,
esplora
l’io
individuale
e
fa
emergere
una
frattura
fra
interiorità
e
vita
sociale
e
suscita
una
ribellione
che
non
può
avere
altro
esito
che
la
morte.
Perciò,nel
suo
teatro
tragico,
questo
tema
ricorre
spesso,
come
liberazione
dell’anima
“eroica”
da
una
sorte
oppressiva
e
senza
scampo.La
tensione
titanica
dell’eroe
alfieriano
ha
trovato
l’antagonista
degno:
la
morte.“Uom,
se’
tu
grande,
o
vil
?
Muori,
e
il
saprai.”
Il
monumento
funebre
neoclassico
si
ispira,
secondo
le
teorie
di
Winckelmann,
a
un’idea
della
morte
composta
e
solenne,
incentrata,
come
anche
nel
Foscolo
dei
Sepolcri,su
una
fede
laica
nell’immortalità
della
virtù.
Il
monumento
a
Vittorio
Alfieri,
commissionato
dalla
duchessa
d’Albany
a
Canova,
rispecchia
questa
idea
classica
e,
come
Foscolo,
associa
alla
poesia
di
Alfieri
(si
notino
i
simboli
della
lira
e
dell’alloro)
il
valore
della
patria
contribuendo
al
suo
mito
risorgimentale.
La
figura della donna piangente in primo piano unisce il basamento al
sepolcro in una composizione lineare, ma solenne e grandiosa.
[…]
v.188
…E a questi marmi
venne
spesso Vittorio ad ispirarsi.
Irato
a’ patrii Numi, errava muto
ove
Arno è più deserto , i campi e il cielo
desioso
mirando; e poi che nullo
vivente
aspetto gli molcea la cura,
qui
posava l’austero; e avea sul volto
il
pallor della morte e la speranza.
Con
questi grandi abita eterno: e l’ossa
fremono
amor di patria.[…]
(Ugo
Foscolo,dal carme
dei
Sepolcri
)
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